Il gruppo alpinistico Corvi di Mandello propone il

 

RONDO’ DELLE CRESTE

Tre giorni in paradiso

aggiornato il 18/12/2010   

 

Ogni anno mi piace ripercorrere il “Rondò delle creste” nel gruppo delle Grigne che si trova quasi completamente in comune di Mandello del Lario dove sono nato e abito.

Pochi conoscono e fanno per intero questo percorso che ritengo molto suggestivo perché si svolge completamente sui crinali spartiacque delle Grigne. E’ un percorso interessante per esperti e non.

Se fatto integralmente, presenta qualche difficoltà alpinistica, ma è possibile ai meno esperti raggirare le parti più impegnative rinunciando a parti della cresta vera e propria.

Il trekking è lungo circa 24 Km con dislivelli per le salite di circa 3000 m e altrettanti per le discese e consiglio di farlo in tre giorni. (Foto 1)

 

foto 1

 

 

Panoramica del tratto da Rongio di Mandello del Lario alla vetta della Grigna meridionale (Grignetta) ovvero:

Cresta di Piazzola - Cresta del Pertusio - Cresta Segantini

foto 2

 

Panoramica del tratto dalla Grigna meridionale (Grignetta) alla Grigna settentrionale (Grignone) ovvero:

Traversata Alta

foto 3

 

Panoramica del tratto dal Grignone alla bocchetta di Prada ovvero:

Cresta di Piancaformia.

foto 4

 

Panoramica dalla bocchetta di Prada a Somana di Mandello del  Lario ovvero:

Creste del monte Pilastro, dei Grottoni, della cima di Enghen, della Tagliata e del Sileccio.

foto 5

 

 

DESCRIZIONE

 

Poiché la partenza è da Rongio e l’arrivo è a Somana (entrambe frazioni di Mandello), è opportuno portare un’automobile a Somana per il rientro a Rongio. E’ però possibile in una ventina di minuti portarsi a piedi da Somana a Rongio attraversando il fiume Meria.

 

 

Primo tratto (cresta di Piazzola, cresta di Manavello, cresta del Pertusio)

Il tempo di percorrenza è di 4–5 ore

il dislivello di circa 1300 metri

lo sviluppo di circa 5 Km

La partenza è dalla frazione di Rongio di Mandello del Lario. (N45 55 39.4 E9 19 49.7 - 403 m s.l.m.)

Non è necessario partire presto.

Si  percorre per un breve tratto la carrareccia-sentiero 13 (foto 6) fino a una evidente svolta a destra in prossimità di un serbatoio di acquedotto. (N45 55 42.1 E9 20 04.3 - 478 m s.l.m.)

foto 6   foto 7

Si svolta a destra per un sentiero segnalato da una segnavia (Manavello) e si risale il crinale di Valbiga fino ad attraversare un sentiero (N45 55 34.6 E9 20 14.4 - 576 m s.l.m.); proseguire diritti e percorrere tutta la costa detta di  Piazzola.

Proseguire poi fino al baitello di  Manavello (2 ore da Rongio) (N45 55 21.7 E9 20 47.2 - 1046 m s.l.m.) dove è d’obbligo effettuare una sosta per rifocillarsi e godere di un panorama mozzafiato.(foto 7)

Riprendere la salita per il sentiero 13b sempre lungo la cresta di Manavello fino alla bocchetta di Portorella; un segnavia indica il sentiero per il rifugio Rosalba  non sempre evidente, ma sempre molto ripido e segnato da bolli gialli e con un breve tratto attrezzato.

 

Giunti sotto lo zucco Pertusio un sentiero più comodo schiva le rocce più impervie e, quasi pianeggiante, percorre tutta la cresta del Pertusio con panorami eccezionali su Lecco, il lago, la Brianza a destra (foto 8-9) e il tratto di cresta nord occidentale sulla sinistra. (foto 10)

foto 8  foto 9

foto 10

 

Raggiungere il rifugio Rosalba meta della prima tappa (N45 55 19.9 E9 22 34.4 - 1707 m s.l.m.). (foto 11)

 

foto 11   foto 12

 

Il rifugio, gestito da Mauro, è molto accogliente, dotato di tutte le attrezzature per il confort e con pasti ottimi e abbondanti.

Nei pressi del rifugio le prime imponenti guglie della Grigna Meridionale offrono la possibilità di ascensioni alpinistiche di ogni grado di difficoltà in ambiente di grande fascino. (foto 12)

Verso sud godiamo il panorama dei Piani Resinelli e, in profondità la Brianza e il Milanese. (foto 13)

 

foto 13   foto 14

A nord vediamo l’imponente massiccio del Grignone col Sasso Cavallo e il sasso dei Carbonari. (foto 14)

 

 

Secondo tratto (cresta Segantini, traversata alta)

Tempo di percorrenza totale del secondo tratto 6–8 ore per un dislivello di 700 metri e uno sviluppo di circa 7 Km.

 

Di buon mattino (8-8,30) si risale la evidente cresta seguendo i segnavia 8  per la Cresta Segantini–Sentiero Cecilia fino al bivio (N45 55 19.0 E9 23 05.0 - 1880 m s.l.m.) appunto per la Cresta Segantini o il sentiero Cecilia. (foto 15)

foto 15   foto 16

Tempo di percorrenza 45 minuti circa.

I più esperti proseguiranno in cordata per la stupenda cresta Segantini e i meno esperti proseguiranno per l’altrettanto affascinante sentiero Cecilia.

 

Cresta Segantini

Presenta alcuni passaggi di IV grado, per il resto è una teoria di saliscendi sempre su roccia di II e III grado che inizia sulla torre Dorn con un salto di IV grado e poi prosegue sulla Finestra, sul camino detto degli Svizzeri e dopo una traversata sul versante nord risale la Lingua per traversare poi a un intaglio da cui parte l’ultima parete.

Una breve e facile cresta porta poi in vetta alla Grigna Meridionale. (N45 55 18.6 E9 23 25.7 -  2174 m s.l.m.)

Serve una adeguata attrezzatura: imbracatura, corda, casco e moschettoni.

Nei punti più esposti sono presenti chiodi per la sicurezza.

Tempo di percorrenza 2–3 ore.

 

Sentiero Cecilia

Al bivio Segantini-Cecilia si prende a destra e si segue il segnavia (10) che passa in mezzo a una miriade di guglie (Angelina, Teresita, Clerici e le guglie della val Tesa col celeberrimo Fungo) costeggiando a sud ai piedi della cresta Segantini fino a risalire una costa ripida che porta alla parte alta della cresta Cermenati e quindi per il sentiero 7 in vetta alla Grigna meridionale. (foto 16) (N45 55 18.6 E9 23 25.7 - 2174 m s.l.m.)

Tempo di percorrenza 1,30–2 ore

 

Sulla vetta della Grignetta c’è un igloo - bivacco Bruno Ferrari. (foto 17)

Ci attende un’altra stupenda e lunga cresta che fa da spartiacque tra la valle del fiume Meria, a sinistra e quella del fiume Pioverna in Valsassina, a destra.

Si tratta della “traversata alta” dalla vetta della Grigna Meridionale (Grignetta) alla vetta della Grigna settentrionale (Grignone).

Il segnavia è il n. 7 fino al bivacco Merlini e poi il 33.

Si scende dietro all’igloo per rocce attrezzate fino all’inizio di un canalino anch’esso attrezzato (Federazione N45 55 20.8 E9 23 30.3 - 2150 m s.l.m.) che porta alla finestra del Giardino (N45 55 27.8 E9 23 23.2 - 2006 m s.l.m.) e poi con un sentiero pianeggiante fra odorosi pini mughi si raggiunge la bocchetta di Campione. (foto 18-19) (N45 55 59.6 E9 23 15.5 - 1843 m s.l.m.)

foto 17   foto 18   foto 19

I panorami sono indescrivibili.

Scesi al Buco di Grigna (N45 56 06.4 E9 23 15.6 - 1785 m s.l.m.) si risale un primo scudo roccioso attrezzato fino alla cresta di Tremare, erbosa e pianeggiante che porta ad altri scudi anch’essi attrezzati con catene (foto 20). Nella valle alla nostra sinistra si intravvede il rifugio Elisa del CAI Mandello.

Risaliti gli scudi, con un tratto di sentiero erboso e pianeggiante si raggiunge il bivacco Merlini alla bocchetta della Bassa. (N45 56 48.5 E9 23 17.2 - 2128 m s.l.m.)

Il rifugio Brioschi (N45 57 11.5 E9 23 15.4 - 2406 m s.l.m.), nostra seconda meta, ci domina dall’alto e lo si raggiunge sempre in cresta con un evidente e facile sentiero (n. 33). (foto 21)

foto 20  foto 21  foto 22

Tempo di percorrenza 3–4 ore da Grignetta a Grignone

Voltandoci possiamo rivedere la strada percorsa, la cresta del Pertusio, il rifugio Rosalba, la cresta Segantini e la traversata alta.

Il rifugio Brioschi è posto sulla cima più alta del gruppo e domina sulla Brianza e sul milanese.

In giornate particolarmente limpidi  si può vedere bene Milano, Novara e lo sguardo può spingersi a sud fino al Monviso e ai primi Appennini. (foto 22 invernale al tramonto, foto 23)

foto 23

A est, nord e ovest si intravedono cime di tutto l’arco alpino: gruppo dell’Adamello, gruppo del Disgrazia, gruppo del Bernina, gruppo del Rosa-Cervino ecc.

Sulla vetta, una trentina di metri sopra il rifugio, campeggia una imponente croce che domina la sottostante pietrosa valle del nevaio e, alla sinistra la cresta di Piancaformia che percorreremo l’indomani.

Il rifugio, gestito da Fulvio, è accogliente e ottimamente attrezzato.

Nei pressi del rifugio una cappelletta tutta di vetro è dedicata alla Vergine. (foto 24)

 

Terzo tratto (cresta Piancaformia, cresta Pilastro-Grottoni-Enghen-Tagliata-Sileccio, cresta Bronte)

Tempo di percorrenza 6 – 8 ore

dislivello di quasi 2000 metri

sviluppo di circa 12 Km quasi tutto in discesa.

 

E’ opportuno partire presto, non dopo le sette, e con una buona scorta di viveri e soprattutto di acqua perché non troveremo sorgenti per tutto il percorso.

Partiamo dalla cappelletta.

I più esperti, andando verso nord-ovest percorrono tutta la cresta di Piancaformia; presenta qualche difficoltà alpinistica non attrezzata (segnavia 19)

I meno esperti possono scendere nel canalone ghiaioso verso nord e camminare lungo l’evidente via normale (25) che costeggia ai piedi della cresta fino a un segnavia (N45 57 21.2 E9 23 04.8 - 2220 m s.l.m.) che riporta in cresta nella parte terminale più facile.

A sinistra lasciamo la valle del sasso Cavallo col rifugio Bietti-Buzzi del CAI Mandello, completamente ristrutturato, e poi la valle di Prada e di Calivazzo, a destra possiamo vedere la finestra del Zapel, le cime del Palone e sotto di noi il rifugio Bogani del CAI Monza e la valle dei Mulini che scende fino in Valsassina. (foto 25 e 26)

foto 24  foto 25  foto 26

Il sentiero 19 per rocce e prati giunge alla chiesetta di Prada (N45 58 11.5 E9 21 53.0 - 1638 m s.l.m.) dedicata alla 89° brigata Garibaldi. Un locale nel retro può servire da riparo in caso di cattivo tempo.

Un prato invita a una fermata per rifocillarsi e riposarsi. (foto 27)

Ripartiamo proseguendo sul sentiero 24 fino alla bocchetta di Prada (N45 58 14.3 E9 21 45.9 - 1621 m s.l.m.) e da qui imbocchiamo il sentiero 17 per il monte Pilastro (N45 58 18.0 E9 21 21.9 - 1832 m s.l.m.) e poi il 17d per la bocchetta di Calivazzo. (N45 57 33.5 E9 20 35.4 - 1432 m s.l.m.)

La zona è completamente selvaggia; a sinistra possiamo vedere le creste percorse nei giorni precedenti, (foto 28)  a destra il panorama si stende sul lago di Lecco e Como e sulla Svizzera (foto 29); davanti a noi la cresta che percorreremo. (foto 30)

foto 27  foto 28  foto 29

 

foto 30 foto 31

Incontreremo qualche catena, ma niente di difficoltoso, servono soprattutto in inverno con la neve.

Attenzione a non perdere di vista i bolli rossi segnavia posti su alberi e sassi!

Poiché, nonostante la loro bellezza, questi sentieri sono poco frequentati, è facile che, soprattutto a stagione avanzata, siano nascosti da erba e piante e necessita un po’ di pazienza per cercare il percorso.

In linea di massima gli spuntoni rocciosi che presentano difficoltà vengono aggirati sulla destra.

In particolare, passata una grande grotta (foto 31 zona detta dei Grottoni) si scende un tratto di valle con erba e sterpi; ci sono bolli rossi poco evidenti.

Imboccata la valle a sinistra del crinale, bisogna stare sul lato destro della valle stessa e passare sotto una parete rocciosa (N45 57 54.0 E9 21 06.9 - 1593 m s.l.m.) ; il sentiero riappare nitido e pianeggiante poco dopo e conduce fino alla bocchetta-crocevia di Calivazzo. (N45 57 33.5 E9 20 35.4 - 1432 m s.l.m.)

 

foto 32   foto 33  foto 34

 

Ci accompagna a destra la valle di Esino/Ortanella (foto 32) e a sinistra la valle di Era (foto 33).

Proseguiamo sul sentiero 17d per la bocchetta di Verdascia (N45 56 55.0 E9 20 18.0 - 1257 m s.l.m.) e da qui risaliamo verso lo zucco Sileccio. Poco oltre la cima c’è un belvedere (foto 34) (N45 56 39.9 E9 20 15.6 - 1345 m s.l.m.), con una grande croce di acciaio inox, da cui si gode di un panorama veramente eccezionale. (foto 35)

 

foto 35

Si può anche vedere quasi tutto il percorso del "rondò" (foto 36)

foto 36

Dalla croce torniamo indietro qualche decina di metri fino al bivio con segnavia e prendiamo per il sentiero 17a (Somana – Mandello).

Giungiamo a un rudere di casello (N45 56 47.1 E9 20 12.2 - 1307 m s.l.m.) dove dobbiamo svoltare decisamente a sinistra (andando diritti si ritorna alla bocchetta di Verdascia).

Il sentiero porta senza ulteriori difficoltà a Somana.

 

Bisogna fare attenzione quando si giunge a una ampia cresta boscosa senza segnavia; il sentiero, stretto, ma evidente, prende subito a sinistra (N45 56 23.4 E9 19 42.9 - 891 m s.l.m.) per scendere nella valle e quindi a Somana. (N45 55 52.9 E9 19 37.6 - 380 m s.l.m.)

 

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Chi avesse scelto di tornare a piedi al punto di partenza (Rongio) deve imboccare la carrareccia che inizia nei pressi di una fontana lavatoio (N45 55 53.0 E9 19 40.2 - 383 m s.l.m.) e che entra nella valle del fiume Meria.

Raggiunto un bivio con segnavia (N45 55 51.2 E9 19 52.3 - 370 m s.l.m.), deve prendere il sentierino a destra (sentiero naturalistico) in discesa fino al fondovalle, attraversare il ponticello sul fiume e risalire la parte opposta della valle fino a una ripida strada asfaltata che porta al punto di partenza. (N45 55 39.4 E9 19 49.7 - 403 m s.l.m.)

 

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Conclusione

La fatica è ampiamente ricompensata dall’ampiezza e dalla varietà dei panorami che si presentano via via che avanziamo.   Si vivono tre giorni di paradiso.   Non mancano certo fiori e animali.

 

Per ulteriori informazioni contattare il responsabile del gruppo Corvi

Luciano Colombo tel. 3343221204

e-mail colluc@colluc.it

 

E' disponibile il file tracciato per il GPS sia nella versione integrale per esperti che nella versione più facile.

Gradiremmo osservazioni e valutazioni da parte di chi percorre il "Rondò delle Creste".

 

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