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25 dicembre 2009 Partenza per la Bolivia

Obiettivo: costruzione di un nuovo ospedale a Escoma

 

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"Passaggio del testimone"  di Valerio Bertoglio

di ritorno dal HUAYNA POTOSI'

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ottobre 2009 - UN NUOVO RECORD SUL HUAYNA POTOSÌ 6088 m - BOLIVIA

 

Continua il lavoro di esplorazione sportiva iniziato dalla Scuola di Alta Montagna Don Bosco en los Andes – Perù , voluta fortemente da Padre Ugo de Censi fondatore dell’Operazione Mato Grosso e che vede come responsabili i coniugi bresciani Giancarlo e Marina Sardini.

Il progetto è iniziato nel 2006 in Argentina con il Record di salita e discesa in velocità dell’Aconcagua 6959 m, la montagna più alta delle due Americhe e proseguito nel 2008 in Ecuador con il Record del Chimborazo 6310 m.

Il 3 ottobre 2009, in BOLIVIA la squadra dell’Escuela Don Bosco, ha stabilito un nuovo record di velocità sulla montagna più frequentata della Cordillera Real, il Huayna Potosì 6088 m con Cesar Rosales di 26 anni, Guida UIAGM cresciuto nell’Escuela di Marcarà. Normalmente, per compiere l’ascensione del Huayna Potosì, gli andinisti impiegano due giorni.

La Corsa sul Huayna Potosi è stata omologata dalla Federazione Boliviana di Sci e Andinismo e dal Club Andino Boliviano.

Questa nuova avventura è iniziata in Perù il 22 di settembre dalla città di Lima. Un  gruppo composto da Valerio Bertoglio, Giancarlo Sardini, Padre Antonio Zavatarelli, Cesar Rosales, Fredy Cruz, Moises Del Rio, Edoardo Laguna e Daniele Rosa ha viaggiato in BUS fino a La Paz in Bolivia dove sono stati accolti dai volontari OMG che operano nelle missioni Boliviane.

Dopo una prima ricognizione alla vetta si è organizzata la corsa dividendo il gruppo  lungo il percorso.

Il giorno 3 ottobre, con tempo splendido, Cesar Rosales è partito dal Rifugio Huayna Potosì 4750 m,  dove termina la strada carrozzabile alle 5 del mattino; è arrivato al Bivacco 5290 m alle 5.33, in vetta alle 6.42 e ridisceso al Rifugio fermando il cronometro nel tempo complessivo di 2 ore 21 minuti e 44 secondi.  

Cesar  vanta un buon curriculum con l’apertura di quattro nuove vie in Cordillera Blanca, numerose ascensioni come Guida ed il Record del Chimborazo.

La Escuela Don Bosco sta da tempo promuovendo un tipo di Andinismo atletico e di esplorazione con l’apertura di nuove vie e percorsi di trekking per la formazione dei suoi allievi.

L’Operazione Mato Grosso, opera in America Latina dal 1967. Dal ’96 ad oggi con l’Oratorio delle Ande si sono costruiti in  Cordillera Blanca (Perù) quattro Rifugi utilizzati da molti Andinisti, i cui introiti sono destinati alla costruzione di case per le famiglie più povere.  

Oggi 2000 famiglie hanno una nuova casa grazie a questa opera caritativa.

 

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18 Luglio 2009 Marcarà (Perù)

Inaugurato il "CENTRO Andinismo Renato Casarotto".

 

Intervento del responsabile Giancarlo Sardini

Ringraziamenti di Padre Ugo de Censi fondatore e anima dell'OMG.

 

Il centro ultimato

 

Padre Ugo, le autorità e la popolazione in festa il giorno dell'inaugurazione.

  

 

  

 

  

 

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Aprile 2008

Iniziato nel 2007 è in fase di ultimazione il "CENTRO Andinismo Renato Casarotto" di Marcarà.

E' un centro costruito per le guide uscite dalla scuola di Alta Montagna "Don Bosco en los Andes" e sarà da loro gestito procurando così lavoro e sostentamento per loro e le loro famiglie. La costruzione ha dato lavoro a molta manodopera del posto.

 

 

 

 

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Dicembre 2007

Inaugurazione cattedrale di CHIMBOTE (Perù)

 

Quest'anno è stata inaugurata la nuova cattedrale di Chimbote, che è stata progettata e realizzata dall'Operazione Mato Grosso per incarico del vescovo di Chimbote Mons. Bambaren e che ha dato lavoro a molti peruviani del posto.

Con la cattedrale di Pomallucay è un altro motivo di orgoglio per l'Operazione.

 

La cattedrale in costruzione

 

La cattedrale il giorno dell'inaugurazione

 

La cattedrale di Pomallucay fatta in precedenza.

 

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Articolo scritto da Valerio Bertoglio nell'inserto tuttoscienze de "La Stampa"

 

Alpinismo, ricerca e solidarietà

 

Ricerca e solidarietà un binomio poco comune, ma non impossibile, quasi una sfida.

La ricerca scientifica è da sempre appannaggio dei paesi tecnologicamente più sviluppati.

Oggi abbiamo cercato di fare della ricerca uno strumento di solidarietà.

Si tratta di un progetto pilota nato in seno alle numerose iniziative che l’Operazione Mato Grosso, un’organizzazione ormai più che trentennale, ha inventato per incontrare e soccorrere la povertà nell’America Latina.

Nel cuore della Cordillera Blanca, a poca distanza dal centro di Huaraz, il piccolo villaggio di Marcarà ospita da quasi una decina di anni l’Escuela di Alta Montagna  “Don Bosco en los Andes”.

I ragazzi dell’Escuela scelti tra i più poveri ma selezionati anche per le loro doti fisico-atletiche sono stati avviati ai corsi professionali per guide di alta montagna, seguiti nella preparazione da alcune guide alpine italiane.

Sei ragazzi sono riusciti a conseguire il brevetto, altri sei stanno raggiungendo il traguardo, in quanto sono attualmente aspiranti guide.

Alla scuola hanno avuto modo di riprendere gli studi interrotti precocemente soprattutto relativamente a quegli aspetti culturali, economici, sociali che attengono alle professioni della montagna, acquisendo così sia una preparazione  pratica sul terreno che la capacità di comprendere e approfondire le problematiche legate all’ambiente.

Da quest’anno si sta avviando una collaborazione tra l’Escuela e l’INRENA (Instituto National de Recursos Naturales) - Unidad de Glaciologia del Perù, finalizzata alla misurazione dei grandi ghiacciai della Cordillera Blanca.

L’intesa affida all’Escuela  il compito del monitoraggio e delle rilevazioni delle fronti, con l’impiego del GPS, dei ghiacciai Raimondi attorno al Huascarán e dei minori Urus ed Ishinca e la collaborazione alla misurazione e calcolo del bilancio di massa del ghiacciaio Yanamarei nel nord della Cordillera Blanca.

I ghiacciai tropicali subiscono lo stesso arretramento generalizzato che sta investendo quelli delle Alpi; la deglaciazione è un fenomeno globale e può essere studiata anche attraverso la comparazione di fenomeni simili osservati in ambienti così distanti e diversi.

L’attività di operatore glaciologico così come l’esplorazione di territori ancora poco frequentati può ampliare gli orizzonti di attività delle giovani guide indirizzandoli verso l’osservazione e lo studio scientifico delle morfologie glaciali, dei fenomeni legati alla deglaciazione e dei relativi strumenti di indagine e controllo.

Anche con tale spirito esplorativo è stata organizzata, all’inizio dell’anno, la spedizione Perù-Patagonia 2006.

Uno dei più importanti esploratori della Patagonia fu il salesiano Alberto Maria De Agostini che, nella prima metà del XX secolo, dedicò più di trent’anni della sua vita all’esplorazione di queste regioni al Sud del mondo.

Il suo immenso lavoro può essere ora raccolto, come in una virtuale staffetta, dalle giovani guide.

Esistono ancora oggi nelle valli in fondo all’Argentina, in Terra del Fuoco, montagne senza nome e piccoli ghiacciai non censiti.

Alcuni settori inesplorati sono il terreno ideale sia per l’aperture di vie nuove che per la loro possibilità di essere studiati e diventare terreno di applicazione pratica di strumenti di indagine scientifica.

Nei mesi di gennaio e febbraio è stata esplorata la selvaggia valle di Carbajal, all’estremo sud dell’Argentina a poca distanza da Ushuaia.

Sono state aperte due vie nuove su una montagna senza nome, una diretta, tecnicamente difficile da Hector Vidal, Elias Flores, Maximo Espinosa, Luciano Colombo e Valerio Bertoglio, l’altra abbastanza difficile da Amador Maquin, Eleazar Blas e Carlos Flores.

È consuetudine che i primi salitori scelgano il nome delle vette innominate così alla cima è stato posto il nome di Cerro de Censi in onore di Padre Ugo de Censi fondatore e anima dell’Operazione Mato Grosso.

Il Cerro de Censi metri 1258 s.l.m. a 54° 40,176' di latitudine sud e 68° 17,475'  di longitudine ovest presenta sulle pendici orientali un ghiacciaio anch’esso non inserito nella cartografia ufficiale.

 Al ghiacciaio con forma di stella a sei punte, inclinazione media di 38° e 25000 metri quadrati di superficie è stato posto il nome di ghiacciaio Valtellina, la valle che ha dato i natali al Padre Ugo.

Il ghiacciaio si estende nel piccolo circo pendio sottostante il Cerro e scende sino alla quota di 950 metri.

Le due punte inferiori della stella che rappresentano le lingue frontali sono in disfacimento e parzialmente occultate dal detrito.

Le giovani guide stanno imparando a guardare le loro montagne anche con l’occhio della scienza e della ricerca.

Scienza che in molte parti del mondo non è bene accessibile a tutti ma privilegio di pochi, pur rappresentando ancora un potente mezzo di promozione umana e sociale.

 

                                                                                          Valerio Bertoglio

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